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La digestione e le sue personalità

La digestione e le sue personalità

Nel momento della digestione succede qualcosa di molto simile a ciò che può avvenire nel nostro modo di respirare.

Attraverso il nostro modo di respirazione noi accettiamo il mondo che ci circonda, abbiamo un modo per assimilarlo e dobbiamo liberarci da tutto ciò che non è assimilabile.

La stessa modalità avviene nel processo digestivo, ma questo processo ha una modalità molto più profonda in quello che è la concretezza del corpo.

La digestione ha una forte analogia con quelle che sono le nostre funzioni cerebrali, questo perché il cervello ha un modo di elaborare e digerire tutto quello che sono le nostre impressioni non materiali del mondo, quando si dice che l’uomo non vive di solo pane.

Nel meccanismo della digestione dobbiamo “digerire” gli elementi più materiali di questo mondo.

La nostra digestione comprende quindi:

  • Accettazione di tutto ciò che è il mondo esterno nella sua forma di impressioni materiali
  • Una netta differenza tra quello che è digeribile e da quello che non lo è
  • Quali sono le assimilazioni delle sostanze digeribili
  • Eliminazione di quelle sostanze non sono digeribili

Prima di soffermarci in maniera ravvicinata sui problemi che si possono presentare nella digestione, sarebbe molto utile dare uno sguardo a quello che è il simbolismo della nutrizione, ovvero, nei cibi che l’uomo preferisce oppure rifiuta, è già cominciamo a ricondurci in una grande quantità di cose come il vecchio detto dice “dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei”.

Un ottimo esercizio è quello di mantenere allenato l’occhio e la coscienza in modo tale che possano essere in grado di poter riconoscere anche in quelli che sono i processi più abitudinali e quotidiani quei rapporti che possono celarsi dietro alcune manifestazioni, che non sono quasi mai casuali.

Quando una persona sente fame di qualcosa di preciso, questa è l’espressione di una ben precisa affinità ed è quindi in ultima analisi un’informazione precisa sulla persona stessa.

Se qualche cosa non è di suo gradimento, questo meccanismo di antipatia è esattamente riconducibile e da interpretare, nello stesso identico modo di una decisione in un test a livello psicologico.

La fame è simbolo di voler avere, di voler introdurre, è espressione di una certa determinata bramosia.

Il meccanismo del mangiare è la gratificazione di questo desiderio attraverso una integrazione, con la gestualità dell’assunzione e la piena soddisfazione dello stimolo della fame.

Se una persona ha quello che definiamo “fame d’amore” è questa fame non venga saziata adeguatamente, essa potrà manifestarsi di nuovo nel corpo come fame di alimenti dolci.

Fame di dolci e ghiottonerie è sempre l’espressione di una no saziata fame d’amore.

Il doppio significato della parola dolce diviene evidente quando parliamo di una dolce fanciulla.

I nostri detti popolari non sono mai a caso quando si dice “vorrei mangiare di baci una persona”.

Amore e alimentazioni dolci ricche di zuccheri, sono strettamente legati, la ricerca di dolci di certi bambini è un indizio chiaro del fatto che non si sentono sufficientemente amati.

I genitori protestano subito quando si sentono dire queste cose, affermando che per i loro figli fanno tutto.

Ma fare tutto e amare non sono necessariamente la stessa cosa.

Chi spilucca e mangia dolciumi, ha fame d’amore e ha bisogno di essere saziato, esistono anche genitori che rimpinzano i loro bambini di dolciumi e in questo modo fanno capire che sono disposti a dare amore ai figli e quindi glielo offrono come surrogato allo stesso livello

Le persone che pensano molto e svolgono un lavoro intellettuale hanno bisogno e desiderio di cibi prevalentemente salati e genuini.

Le persone molto conservatrici preferiscono in genere alimenti in scatola o conservati, specialmente prodotti affumicati, e gradiscono il thè forte, che bevono amaro che sono in generale i cibi che trattengono acido tannico.

Chi predilige un cibo aromatizzato e piccante mostra di avere il desiderio di nuovi stimoli e nuove impressioni, sono persone che amano le provocazioni, anche quando sono difficili da sopportare e da digerire.

La situazione è completamente diversa nelle persone che mangiano cibi leggeri, niente sale, niente spezie, sono persone che evitano tutte le sensazioni nuove.

Temono la provocazione del mondo, hanno paura del confronto.

Questa paura può arrivare sino alle creme o alle pappe dei malati di stomaco.

Sono cibi da bambini, e questo mostra chiaramente che il malato di stomaco regredisce alla situazione indifferenziata dell’infanzia, quando non si deve decidere né prendere posizione e si può persino rinunciare alla masticazione del cibo (che presenta il suo lato aggressivo).

Una paura eccessiva delle lische di pesce simbolizza la paura delle aggressioni, la paura dei noccioli e paura dei problemi, si va malvolentieri al nocciolo delle cose.

Questo gruppo di persone è un gruppo opposto ovvero i macrobiotici.

Costoro vogliono ad ogni costo arrivare al nocciolo delle cose e di conseguenza sono aperti nei confronti dei cibi duri.

La situazione è ad un punto tale che rifiutano anche gli aspetti non problematici della vita, anche nei cibi dolci vogliono qualcosa da mordere con forza e decisione.

In questo modo i macrobiotici tradiscono una certa paura dell’amore e della tenerezza, hanno cioè qualche difficoltà ad accettare l’amore.

Ci sono persone che portano ad un punto tale la loro ostilità ai conflitti che alla fine vengono nutrite per via endovenosa e questo e senza dubbio la forma più sicura di vita vegetale priva di conflitti e di responsabilità.