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Disbiosi sistemica

Disbiosi sistemica: quando l’ecosistema interno si scompensa

Il termine disbiosi evoca di solito solo un’alterazione della flora intestinale, ma in realtà è un concetto molto ampio; quando l’ecosistema interno perde armonia e si scompensa, i microrganismi che vivono nel corpo, intestino, mucose e pelle, possono contribuire al manifestarsi di fastidiosi sintomi e difficoltà ad affrontare le giornate serenamente.

In questo articolo parleremo di cos’è la disbiosi sistemica, quali sintomi può generare, quali sono le cause di questo scompenso e come è possibile agire per curarla e prevenirla, per ritrovare un equilibrio.

Cos’è la disbiosi?

La parola disbiosi viene dal greco e significa “squilibrio della vita”, indica uno stato in cui la comunità microbica che convive con il corpo perde armonia, con alterazioni nelle quantità e nelle qualità dei microrganismi benefici e con la comparsa o la proliferazione di microrganismi meno favorevoli. 

Questo fenomeno può riguardare l’intestino, la bocca, la pelle, le vie respiratorie, le mucose e altri ecosistemi microbici dell’organismo.

In condizioni di equilibrio, ovvero di eubiosi, queste micro-comunità contribuiscono alla digestione, al metabolismo, alla protezione contro gli agenti patogeni e alla nostra risposta immunitaria, ma quando l’ecosistema interno si scompensa, e dunque si è in condizione di disbiosi sistemica,

Quando questo equilibrio si perde, le conseguenze e  le alterazioni microbiche causano effetti che si possono riflettere su più livelli, producendo una vasta gamma di sintomi e disturbi che a prima vista non sembrano correlati fra loro.

I sintomi della disbiosi sistemica

I sintomi di una disbiosi sistemica possono essere vari e presentano diverse sfumature perché coinvolgono vari organi e funzioni. Alcune manifestazioni, soprattutto intestinali ma anche di altro tipo:

  • Al livello digestivo: Con sintomi come gonfiore, meteorismo, alterazioni del transito intestinale, sensazione di pesantezza dopo i pasti e difficoltà nell’assorbimento. 
  • Al livello generale: In caso di squilibri si possono presentare un affaticamento persistente, alterazioni dell’umore, problemi del sonno, mal di testa, difficoltà di regolazione immunitaria e sensazione di malessere generale
  • Al livello cutaneo: Possono presentarsi o aumentare in caso di disbiosi condizioni di acne, eczema, dermatiti, prurito, bruciore e impurità cutanee. 

In molti casi questi sintomi non sono isolati, ma coesistono e si aggravano reciprocamente, ad esempio un’alterazione intestinale può influenzare anche articolazioni, fegato, cervello o pelle. 

Le cause dello scompensamento dell’ecosistema interno

La disbiosi sistemica è il risultato di molteplici fattori che, nel tempo, rompono l’equilibrio microbico. Tra le cause più frequenti troviamo:

  • Abitudini alimentari: Una dieta povera, caratterizzata da un eccesso di zuccheri semplici, grassi saturi, alimenti ultra-processati e carenza di fibre, favorisce il proliferare di popolazioni microbiche meno utili e la riduzione di quelle benefiche.
  • L’uso ripetuto o prolungato di farmaci: In particolare antibiotici, ma anche antiacidi, lassativi e corticosteroidi, che possono alterare profondamente le comunità microbiche, eliminando specie utili e aprendo spazi di colonizzazione per specie dannose. Talvolta anche procedure mediche, interventi chirurgici o modifiche anatomiche influenzano l’habitat microbico.
  • Equilibrio mentale ed emotivo alterato: Per varie cause come stress cronico, alterazioni del ritmo sonno-veglia e periodi di intenso carico emotivo, che vanno ad influenzare il nostro stato fisico.
  • Cause ambientali: L’esposizione a tossine, l’inquinamento, la ridotta igiene ambientale e i metalli pesanti sono anch’essi fattori che contribuiscono allo scompenso.
  • Stile di vita e abitudini: Persone sedentarie o che fanno scarso movimento, consumatori di alcol e tabacco o con squilibri ormonali, che peggiorano la salute microbica sistemica e indeboliscono il corpo.

La somma e l’interazione di questi fattori tendono a generare un ambiente favorevole al prevalere di microrganismi meno salutari, che alterano la comunicazione microbica, producono metaboliti nocivi o riducono la produzione di sostanze utili.

Come curare e prevenire la disbiosi sistemica

Affrontare la disbiosi sistemica richiede un approccio globale, costante e personalizzato:

Il primo passo è intervenire sullo stile di vita: Adottare un regime alimentare che favorisca la varietà di fibre; verdure, legumi, frutta, cereali integrali, limitare gli zuccheri raffinati e i grassi saturi, ridurre il consumo di cibi ultra-processati e additivi chimici. Mangiare alimenti fermentati come yogurt, kefir e crauti può fornire microrganismi utili in forma naturale.

L’idratazione è fondamentale: Bere acqua a sufficienza aiuta a mantenere un ambiente intestinale regolare. 

Fare attività fisica regolare: Il movimento stimola il transito intestinale, favorisce la circolazione e può migliorare la diversità microbica. 

Gestire lo stress: Mediante tecniche quali respirazione consapevole, meditazione, yoga o hobby rilassanti e con specialisti della salute mentale nei casi in cui possa essere necessario, è altrettanto cruciale, perché lo stress cronico altera il sistema nervoso e la barriera intestinale.

Uso mirato di probiotici, prebiotici e simbiotici: Scelti in base al quadro individuale. Questi integratori possono aiutare a ripopolare le specie benefiche e nutrire il microbiota esistente. Tuttavia non sono tutti uguali, la scelta del ceppo, la dose e la durata devono essere valutate da professionisti qualificati.

Strategie più avanzate: In casi particolarmente compromessi o resistenti si possono usare approcci come il trapianto di microbiota in contesti clinici controllati, tali interventi richiedono protocolli rigorosi, screening approfonditi e un follow-up continuo.

Per prevenire è fondamentale limitare i fattori dannosi: Evitare l’abuso di antibiotici e prestare attenzione all’uso di farmaci con effetto negativo sul microbiota, ridurre al minimo l’esposizione a sostanze tossiche ambientali e curare la qualità del sonno.

Il percorso di riequilibrio non è rapido, richiede tempo, monitoraggio e adattamenti. È importante seguire indicazioni personalizzate e verificare le risposte del corpo. 

In molti casi è utile affiancare il supporto di nutrizionisti, gastroenterologi o specialisti del microbiota, per modulare il percorso e garantire che gli interventi siano efficaci e sicuri.

Ritrovare l’equilibrio del nostro ecosistema in disbiosi

La disbiosi sistemica ci ricorda che la salute non è mai isolata in un singolo organo, ma emerge dall’armonia di tutto l’ecosistema interno. Quando il micromondo si scompensa, i segnali possono manifestarsi su molti livelli; digestivo, immunitario, cutaneo e anche mentale.

Per questo è essenziale adottare un approccio ampio che includa dieta, stile di vita, supporti microbici mirati e consapevolezza.

Chi desiderasse indagare la possibilità di una disbiosi sistemica, soprattutto in presenza di sintomi persistenti, dovrebbe rivolgersi a uno specialista, come un gastroenterologo, un nutrizionista o un medico integrato, per valutare le opportunità diagnostiche e terapeutiche. Solo un percorso personalizzato e ben guidato offre la possibilità concreta di ripristinare un equilibrio microbico duraturo e sostenibile.